
Chissà chi è stato il primo uomo nella storia a dire “vado in vacanza”. Certo è che la “villeggiatura”; già era usanza tra i cittadini dell’antica Roma che usavano spostarsi per trascorrere brevi periodi presso le “villae” fuori porta ed ancor più presso le tante terme che soprattutto i cittadini Romani usavano frequentare . Così accadeva per le feriae (da cui nasce il termine ferie ) che fermavano tutte le attività per feste celebrative; di nostra conoscenza è l’usanza dei rusticari con cui venivano chiamati i trasferirsi in campagna per qualche tempo, momenti che erano parte integrante della vita sociale di quell’epoca. E questo riguarda quella porzione di mondo antico a me più nota ammettendo di non conoscere eventuali similitudini in altre culture magari in tal senso più evolute, ma permettetemi, conoscendo la cultura dei nostri avi di nutrire qualche dubbio a proposito di questo primato.
Interessante sapere che il “turismo culturale” nella sua forma primordiale si incontra già nel III e II secolo a.C.; protagonisti sono politici, artisti e letterati attratti dalla sapienza proveniente dall’ Oriente e soprattutto dalla Grecia che divenne meta di viaggi.
Il turismo però rivolto non solo ad una limitata élite fu quello religioso che già dal V secolo vide importanti spostamenti da oriente verso occidente e da occidente verso oriente con meta privilegiata Gerusalemme. Questi pellegrinaggi momentaneamente tramontarono dopo la riacquisizione araba della Città Santa ed una successiva ripresa ci fu solo dal XIX secolo. Accenni più curati sulla storia del “pellegrinaggio” li rimando ad un prossimo scritto dedicato.
Anche Roma per le stesse ragioni già dal V secolo fu considerata luogo Sacro da raggiungere e nel X secolo già si riconobbe come terza meta più importante per i pellegrini la ora ancor più nota Santiago di Campostela.
Un passaggio cruciale è stabilito dal primo Giubileo nel 1300, evento storico che vide un numero di credenti in movimento verso Roma mai visto prima.

Le trasformazioni culturali che dal 1400 allontanarono sempre di più i flussi turistici dai luoghi sacri spostarono l’attenzione verso le città d’arte dell’Europa centrale e mediterranea e soprattutto verso l’Italia che in quei secoli costruì il grande patrimonio artistico che ancora oggi il mondo ci riconosce. Questi viaggi acquisirono un vero e proprio ruolo nella vita di dotti ed aristocratici che videro nell’arte, nelle scienze nella sapienza un modello di vita da seguire.
Una delle evoluzioni di questa forma di “turismo” culturale, prende forma in ciò che conosciamo come i viaggi del “gran Tour”. Nato in Gran Bretagna e poi via via estesosi al resto d’Europa già dal XVII secolo coinvolse la gioventù aristocratica nord europea che spesso per volere delle famiglie viaggiava verso le città d’arte dell’Europa centrale e mediterranea, al fine di soddisfare il bisogno di sapere e godere del messaggio vitale dei luoghi già allora considerati il simbolo dell’ espressione artistica. Insomma possiamo dire che fu una forma primordiale di “erasmus”
Il termine “ turismo” nel significato che oggi conosciamo ebbe origine proprio dal gran tour ed il prossimo nostro racconto incontrerà proprio alcuni dei più grandi uomini della storia che vissero e raccontarono il nostro paese attraverso quei fantastici viaggi.
